Assoluzione in primo grado e riforma in appello. La Corte deve motivare con maggior forza persuasiva per superare gli elementi dubbi

 la Corte d’Appello può annullare l’assoluzione pronunciata dal Tribunale solo se cade ogni ragionevole dubbio sulla colpevolezza. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 40513 dell’8 novembre 2011, ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, quattro imputati per spaccio sulla base del fatto che la Corte d’Appello aveva ribaltato il verdetto del Tribunale Continua a leggere

E’ possibile abbandonare l’abitazione coniugale dopo pochi mesi dal matrimonio. Non costituisce addebito di colpa

Abbandonare la casa coniugale a pochi mesi dal matrimonio, interrompendo una lunga convivenza prematrimoniale, non può essere causa di addebito della separazione.

Interessante sentenza del Tribunale di Milano che, con la sentenza n. 3064/2013, ha dichiarato la separazione di una coppia, lui italiano e lei straniera, rifiutando, però, la domanda di addebito Continua a leggere

Assolto il padre che non versa il mantenimento al figlio maggiorenne studente

Non è punibile ai sensi dell’articolo 570 c.p. chi non versa il mantenimento ai figli maggiorenni anche se ancora studenti. Fatti salvi gli obblighi imposti dalla legge sul divorzio. La Suprema Corte ritorna sulla vexata questio ed in particolare suulla violazione degli obblighi di assistenza al figlio studente.

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Coltivazione di marijuana e ultime pronunce di legittimità. Il caso di poche piantine ritrovate in casa

La sentenza impugnata, nel ribadire il giudizio di responsabilità espresso dal primo giudice, evoca la giurisprudenza delle Sezioni Unite di questa suprema Corte (S. U. 24/04/2008 Rv. 239920) di cui pone in luce i tratti essenziali, mostrando di condividerli pienamente. In fatto, poi, si aggiunge che la coltivazione oggetto dell’imputazione era costituita da  tre  piante di canapa indiana alte 1 Continua a leggere

La valutazione della prova indiziaria

Si osserva che “la prova indiziaria di cui al secondo comma dell’art. 192 c.p.p. deve essere costituita da più indizi e non da uno solo di essi, e i molteplici indizi, nel loro insieme, devono essere univocamente concordanti rispetto al fatto da dimostrare, nonché storicamente certi e rappresentativi di una rilevante continuità logica con il fatto ignoto ” (Cass.pen.sez.I 7027/2000). La verità Continua a leggere

Intercettazioni telefoniche. Decreto autorizzativo nullo. Utilizzabilità

Le S.U. con la nota sentenza Racco hanno affermato che qualora non siano osservate le disposizioni previste dagli artt 267 e 268 cpp, l’l’inutilizzabilità dei risultati dell’intercettazione telefonica rappresenta una concreta attuazione dei precetti costituzionali posti a presidio della libertà e della segretezza delle comunicazioni, la cui inosservanza determina la totale espunsione del materiale Continua a leggere

Concorso morale e vizio di motivazione. Spunti valutativi dalla nota sentenza di legittimità “Mannino”

La circostanza che il contributo causale del concorrente morale possa manifestarsi attraverso forme differenziate e atipiche della condotta criminosa (istigazione o determinazione all’esecuzione del delitto, agevolazione alla sua preparazione o consumazione, rafforzamento del proposito criminoso di altro concorrente, mera adesione o autorizzazione o approvazione per rimuovere ogni Continua a leggere

Narcotraffico ed elementi costitutivi di un’associazione all’uopo dedicata

Per quanto riguarda la fattispecie associativa di cui all’art. 74 dpr n. 309/90 deve rilevarsi che il D.P.R. n. 309 del 1990 all’articolo citato non reca una nozione definitoria dell’associazione che intende reprimere rimandando l’interprete a concetti socialmente diffusi sia per percepirne l’essenza che per delinearne la distinzione rispetto al concorso di persone nel reato in genere e nel reato Continua a leggere

Il dolo nell’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Interesse personale e interesse associativo

Quanto  all’elemento psicologico del reato, il dolo del delitto di associazione a delinquere è dato dalla coscienza e volontà di partecipare attivamente alla realizzazione dell’accordo e quindi del programma delinquenziale in modo stabile e permanente. Quando la condotta si esaurisca nella partecipazione ad un solo episodio criminoso, ( nel caso di specie 2 ) non è esclusa la responsabilità Continua a leggere

Differenza tra Organizzatore e partecipe nel delitto associativo

La qualifica di “organizzatore”, all’interno di un’associazione criminosa dedita al traffico di sostanze stupefacenti, spetta a chi assume poteri di gestione, quand’anche non pienamente autonomi, in uno specifico e rilevante settore operativo del gruppo.

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